La Liguria non è solo estate, spiagge pietrose e strette, code sull’Aurelia e ristoratori imbruttiti. C’è tutto un territorio da scoprire che varia da un capo all’altro della regione. E’ un dedalo di percorsi da fare a piedi o in bici, a cavallo tra monti e mare…
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Grazie al Carso (1a pt.): Trieste e dintorni in bici
La Chiesa Formaggino ci ha osservati dall’alto del Monte Grisa durante la nostra permanenza a Trieste. Così ci siamo messi in sella alla bici e abbiamo esplorato questa splendida città dal passato austro-ungarico e i suoi dintorni…
Storia e salite, in bici sulla Serra d’Ivrea
Dopo aver pedalato su e giù per le colline moreniche del Canavese, il secondo tour della serie “bici-schiappa” mi ha portata a scoprire le perle nascoste nei dintorni del lago di Viverone, tra natura e pezzetti di storia disseminati lungo il percorso.
Canavese in bici: su e giù per la morena sud
Dopo un breve tratto su asfalto (che dio benedica chi lo ha inventato) si imbocca una stradina ciottolosa-scivolosa in mezzo al bosco. I ciottoli, deliziosi ciottoli, sono dispersi pressoché ovunque nella collina morenica, quindi è bene rassegnarsi subito all’idea…
Siracusa, l’isola nell’isola
Non sempre da una catastrofe naturale rimangono solo macerie, sembra raccontarci questa terra. Quasi prende la forma di una metafora: ci può essere una rinascita, dopo un periodo buio. E la Sicilia sud orientale rinacque sotto forma di una perla dall’alto valore artistico e culturale.
Road to Machu Picchu…la Valle Sacra degli Incas
Ho capito che ogni sito inca ha un comune denominatore: scale, scale e scale. Le scale inca che si arrampicano sui ripidi pendii andini hanno rappresentato la mia unica attività sportiva del mio anno peruviano e posso assicurarvi che, dopo aver visitato le varie rovine del Valle Sagrado, per un po’ di Incas e scale non se ne vuole più sentire parlare.
Ica, tornare a casa.
Casa è quel luogo in cui riesci ad entrare in contatto con te stesso, a riconoscerti. Magari puoi andare via, allontanarti per anni, ma quanto torni è come se non te ne fossi mai andato. E tornarci, è come ritrovarsi.
Salar de Uyuni: il cuore di sale della Bolivia
Io e la mia compagna di viaggio, per sopravvivere al freddo, abbiamo adottato la filosofia del “punkabbestia che si lava il minimo indispensabile”, tipo schizzandoci acqua gelida addosso o ricorrendo alle salviette umidificate (fondamentali), per dare una parvenza di donnina profumata. Ma la cosa bella è che alla fine tutti i viaggiatori sono più o meno della stessa filosofia e ci si vuole bene lo stesso.
Viaggi hard-core. Direzione Uyuni.
A un certo punto della notte, l’autobus si è fermato. L’autista ha iniziato a gridare svegliando tutti i viaggiatori dormienti: “Fuoriiiiii!Fuoriiii tutti!” gridava.
Intontiti e infreddoliti, avvolti in coperte che venivano fornite per sopravvivere al gelo, siamo scesi tutti con aria perplessa. E fu allora che abbiamo scoperto che il gigantesco bus a due piani si era impantanato in una specie di fanghiglia simile alle sabbie mobili. “Y ahora, todos a empujar!”, ha ordinato autoritario l’autista. “E ora tutti a spingere!”.
La Paz. Punto di partenza.
La Paz, città variopinta e multiforme, è dominata dal caos. E’ una città viva, pulsante, un’anima combattente incastonata nella Bolivia andina. E’ un cuore indigeno, tra l’urbano e il rurale, cosparso di messaggi sincretici di ogni tipo; si vedono ovunque per strada… nei disegni, nei murales o negli adesivi dei minibus, dove Gesù, Che Guevara ed Evo Morales si trovavano spesso uniti in un comune messaggio salvifico.