Dopo aver esplorato alcuni dei luoghi più belli del Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga (precisamente Santo Stefano di Sessanio, Rocca Calascio, Campo Imperatore e il massiccio del Gran Sasso) ci siamo spostati verso un altro Parco abruzzese, quello della Majella. In Abruzzo infatti c’è l’imbarazzo della scelta per chi è alla ricerca di pace e natura incontaminata. Questa regione ha investito moltissimo per valorizzare e prendersi cura del suo polmone verde.
La Majella è il secondo massiccio montuoso più alto dopo il Gran Sasso e il Parco offre una miriade di itinerari diversi tra i quali scegliere; per scoprire tutto non basta certo una breve vacanza come è stata la nostra. Bisogna avere il coraggio di selezionare e scegliere in base agli interessi, alla stagione in cui si viaggia e al tempo a disposizione.
La nostra visita in Majella è stata quindi dedicata alla verdeggiante Valle dell’Orfento, con delle brevi tappe in altri luoghi molto particolari di cui vi parlerò nei prossimi articoli.
La Valle dell’Orfento rappresenta l’unico canyon della Majella che possiede un corso d’acqua perenne (visti i tempi, si spera) grazie al quale la natura e la biodiversità esplodono rigogliose; questo la rende una meta adatta ad escursioni a piedi anche nella stagione più calda. La vegetazione e la vicinanza del torrente, infatti, rendono tutto più fresco. Questa valle, riserva naturale dal 1971, è situata nel comune di Caramaico Terme, nella parte nord occidentale del Parco nazionale della Majella. Arrivando in questo grazioso paese è facile trovare le indicazioni che portano al Centro Visita dal quale partono i principali sentieri.
Ci sono diverse opzioni, di difficoltà e durata varie, tra i quali scegliere. Per questioni di tempo noi abbiamo optato per l’anello del Ponte del Vallone, un itinerario di livello intermedio, di 8km percorribili in circa 3 ore, con solamente 180 m. di dislivello (dopo il Corno Grande non ne volevo più sapere di fare fatica).
Questo itinerario si caratterizza per essere dapprima molto panoramico, poiché passa sui costoni rocciosi della valle, per poi inoltrarsi nella rigogliosa vegetazione nei pressi del torrente fino ad entrare nella parte più profonda della gola.
Il sentiero da imboccare dal Centro Visite è il B2, ma una volta arrivati al primo ponte bisogna svoltare prendendo il sentiero S. Distratti dalla bellezza dei luoghi noi abbiamo continuato sul B2, sbagliando quindi strada e ritrovandoci senza saperlo sull’itinerario da 19km.
Per fortuna a un certo punto la strada era interrotta e quindi ci è venuto un mezzo dubbio; un signore del parco, impegnato a pulire i sentieri dalle erbacce, ci ha aiutati a orientarci verso la direzione giusta. Non ci è dispiaciuto fare quel pezzo aggiuntivo, che ci ha permesso di vedere una parte di bosco molto bella e delle grandi gole, levigate in modo molto particolare, dalle acque del fiume.
L’unica scocciatura è stata il non essere attrezzati per rimanere a spasso tante ore; non avevamo molta acqua e neanche cibo per pranzare adeguatamente (avevamo già fatto fuori tutta la frutta e gli snack). Questo ha reso il ritorno un po’ più difficoltoso, perché faceva caldo e avevamo fame. Quando si parte per un’escursione è sempre bene portare molta acqua e cibo, anche se si pensa di stare via per poco tempo, perché anche in una zona molto frequentata e ben segnalata potrebbe accadere qualche imprevisto…soprattutto se avete la testa tra le nuvole come la sottoscritta!
Comunque alla fine abbiamo concluso il nostro percorso, anche se facendo una variante non prevista. Dopo un pranzo davvero molto turistico (non siamo riusciti a trovare un bar che ci facesse un toast o una panetteria aperta) nell’unico bar aperto di Caramaico Terme, abbiamo raccolto le forze e ci siamo diretti alla scoperta di alcuni spettacolari eremi incastonati nella roccia.

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Una opinione su "Perdersi nella Valle dell’Orfento, l’anima verde della Majella"
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