La Baia degli Infreschi, un paradiso del Cilento che si raggiunge a piedi

Alert! Questo articolo apparteneva a un mio vecchio blog, pertanto le informazioni che trovate potrebbero non essere aggiornate in quanto queste escursioni risalgono a qualche annetto fa.

Vi avevo lasciati a Palinuro, tra le spiagge e le baie che fecero da sfondo ai racconti dell’Odissea e dell’Eneide. Ora ci spostiamo più a sud, raggiungiamo Camerota e ci immergiamo di nuovo nel mito.

Il nome di questa località arriva appunto da Kamaraton, la bellissima ninfa di cui si innamorò il nocchiere Palinuro che, da quello che ho capito, non era di certo baciato dalla fortuna. Pare che la ninfa ignorò completamente l’interesse del povero innamorato, il quale in preda alla disperazione tentò invano di catturare l’immagine della ninfa nell’acqua. Questa volta però la dea dell’amore vendicò l’innamorato respinto e, per punire la crudeltà di Kamaraton, la trasformò in una roccia sulla quale oggi sorge il borgo di Camerota.

La Calanca e le sue calette. Il mare e le spiagge della costa di Marina di Camerota sono degne di una sosta, a partire dalla Calanca, la spiaggia principale della cittadina. La sabbia è chiara e la spiaggia è circondata da suggestivi scogli che le danno quell’aspetto tra il caraibico e il selvaggio. Il promontorio è sormontato da una torre saracena e un percorso sterrato tra rocce e vegetazione dà la possibilità di scoprire diverse deliziose calette che, essendo più nascoste, sono anche più intime e rilassanti rispetto la spiaggia principale. Il mare presenta diverse sfumature di azzurro e al tramonto il cielo esplode di colore.

La baia degli infreschi. La vera perla di questa costa è una baia nascosta che un tempo era luogo di sosta e rifugio per le imbarcazioni. Il suo nome è Baia degli Infreschi ed è raggiungibile solo via mare o attraverso un sentiero di 7 km, andata e ritorno. E’ circondata infatti da strade di proprietà privata quindi teoricamente le macchine non possono percorrerle

Considerata la mia insofferenza per le barche turistiche, quel giorno abbiamo deciso di svegliarci di buon’ora per intraprendere il sentiero a piedi verso la baia. Come al solito la sveglia suona molto presto quando ci sono obiettivi di questo tipo, ma poi non si sa per quale disfunzione temporale ci si trova all’inizio del sentiero quando il sole è già alto e cocente.

N.B. Il sentiero parte alla fine della strada che costeggia la spiaggia principale di Marina di Camerota (lato sud quindi). Si può lasciare la macchina nei pressi del cimitero. Il sentiero è segnalato e varia da strada asfaltata, sentiero e terra battuta. Per molti tratti è esposto al sole quindi, se siete in periodo estivo è altamente consigliato non mettersi in cammino quando il sole è già alto. Non fate come me, in pratica.

Imboccato l’inizio del sentiero ci dà il benvenuto una bella salita. Poi si passa alla strada asfaltata e in seguito ci si immerge nella brulla vegetazione. Il sole picchiava senza pietà e più si proseguiva più ci si spogliava, usando le t-shirt come turbanti per proteggere la testa. Non bisogna mai sottovalutare la forza e la pericolosità del sole e del caldo nella stagione estiva in queste zone!

Lungo il percorso verso la Baia degli Infreschi si incontrano altre due cale. La prima è Cala Pozallo e l’altra è Cala Bianca. Entrambe meravigliose. La tentazione di fare una sosta è molta, ma la meta è ancora lontana e abbiamo deciso di proseguire. Dopo circa 2, 2 ore mezza di cammino finalmente si scorge dall’alto il paradiso.

Prima di scendere verso la cala, abbiamo incontrato un ragazzo che aveva appena parcheggiato la macchina arrivando da qualche strada sconosciuta.
Noi, stanchi e sudati, ci siamo un po’ risentiti e incuriositi, così abbiamo chiesto al giovane quale strada avesse fatto per arrivare in macchina. La sua spiegazione è stata alquanto vaga; indicandoci un punto indefinito verso le brulle colline; ci ha detto di aver seguito il suo senso della direzione e guidando verso il mare ha trovato la retta via. In pratica, ha utilizzato la miriade di sentieri privati dei contadini del luogo.

Ma la fatica del cammino è stata ripagata dalla bellezza della destinazione finale. La Baia degli Infreschi infatti è una splendida cala di ciottoli bianchi, circondata solo da rocce e vegetazione. Il mare accoglie i viandanti con le sue acque cristalline che vanno dall’azzurro allo smeraldo.

Ormeggiata vicino alla riva, una barca cucina il pesce fresco e lo serve direttamente in tavolate di legno sistemate sulla spiaggia. Niente a che vedere con il nostro pranzo al sacco, un connubio tra carboidrati e proteine: la pasta e fagioli, un ever green delle camminate.

Scavalcando la parete rocciosa sulla sinistra della prima spiaggia che si incontra arrivando dal sentiero, c’è una minuscola spiaggetta dove, se si è fortunati, si può godere di un po’ di solitudine, o quasi.

Noi abbiamo trovato altri due eroici escursionisti. C’è stata una comune accettazione perché eravamo arrivati a piedi e avevamo scalato la parete che divide le due spiagge della baia. Quindi ci siamo rispettati reciprocamente siglando un tacito accordo di convivenza a breve termine.

La sintonia silenziosa è stata tanta che non appena un barcone di turisti si è avvicinato alla nostra riva li abbiamo cacciati brutalmente, guardandoli con sguardo minaccioso e facendo inequivocabili cenni della mano che stavano a significare: “No no, qui si sta stretti, andate via.”

Il nome della Baia degli Infreschi deriva dalla particolarità dell’acqua. Infatti le sorgenti che sgorgano dalle rocce sotterranee fanno in modo che in superficie l’acqua rimanga più fredda, mentre sotto resti più calda. L’acqua cristallina è come una calamita dalla quale non potrete più separarvi.
E appena vi ricorderete che dovrete camminare altre due ore per tornare indietro, forse una lacrimuccia bagnerà il vostro viso e il pensiero di trasferirvi lì definitivamente solleticherà la vostra mente.

Non ci credete? Non vi resta che provare….allacciatevi le scarpe!

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[N.B. Le foto di questo articolo sono state scattate da M. Cucciniello]

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