Alert! Questo articolo apparteneva a un mio vecchio blog, pertanto le informazioni che trovate potrebbero non essere aggiornate in quanto queste escursioni risalgono a qualche annetto fa.
Se pensi alla Costiera Amalfitana, quali immagini ti vengono in mente?
Probabilmente le classiche immagini da cartolina di Sorrento, Positano e Amalfi, incastonate nella scogliera a picco sul mare cristallino.
Oppure i limoni grandi come la tua faccia, la spremuta fatta al momento da un signore con il carrettino che parla un misto tra dialetto e inglese.
Sicuramente il traffico di automobili, scooter e i pullman dei turisti che sembrano rimanere incastrati nelle stradine a strapiombo della Costiera.
E ovviamente il mare cristallino e le spiagge rinomate.

Ma forse pochi sanno che la Costiera Amalfitana non è solo questo; ci sono angoli nascosti, meno conosciuti, lontani dal turismo di massa. La Costiera è percorsa da una miriade di sentieri immersi nella natura mediterranea, a picco sul mare e intrisi di leggenda. Siamo nel Parco Regionale dei Monti Lattari e uno di questi sentieri porta al Fiordo di Furore.
Eh sì, non c’è bisogno di andare in Norvegia per trovare un fiordo. Ne abbiamo anche uno in Italia, proprio in Costiera Amalfitana. Si chiama Fiordo di Furore e con quelli norvegesi non ha proprio niente a che vedere. Tecnicamente non è un vero e proprio fiordo, ma una rìa; comunque è conosciuto con questo nome.
La leggenda narra che il diavolo in persona si presentò agli abitanti di Furore, borgo che si trova nella vallata soprastante dal quale prende il nome, e che, non essendo stato accolto in maniera molto ospitale, pensò di lasciare per dispetto un “ricordino” solido.
Si, proprio quello.
Pare che per pulirsi poi il sedere il diavolo utilizzò delle ortiche e, in preda alla rabbia e al dolore, fuggì sbattendo furiosamente i piedi e creando così la spaccatura della valle.

Per vedere il Fiordo ci sono tre modi. O lo si guarda velocemente dall’alto, lasciando abusivamente la macchina in prossimità del 23esimo km della strada statale (dove tra l’altro non c’è assolutamente spazio per parcheggiare, fatta eccezione forse per gli scooter). Ci si sporge dal ponte e via.
Oppure, se le attese dei mezzi pubblici non vi spaventano, è possibile prendere un bus della Sita, linea Positano-Amalfi.
La terza alternativa è quella di raggiungerlo a piedi partendo da uno dei paesini del vallone, raggiungibili abbandonando la costa e salendo la valle con l’auto (o con un autobus, eventualmente).
Raggiunto il paesino di Sant’Elia bisogna imboccare il sentiero della Volpe Pescatrice. Dal piazzale del Carmine, in prossimità della Chiesa di Sant’Elia, inizia una scalinata che scende verso il mare percorrendo quello che era l’antico sentiero dei contadini-pescatori. Si tratta di circa 40 minuti di discesa con una visuale mozzafiato sulla costiera.
Il percorso non è per niente complicato, ma certo è consigliabile indossare un paio di scarpe da camminata o da tennis, o comunque calzature estive sportive e comode.
Questo perché poi una volta che ci si è goduti il Fiordo si deve risalire il sentiero per recuperare la macchina….E se all’andata era discesa, al ritorno sarà salita.

Arrivando al Fiordo sembra di tornare indietro nel tempo. Ad accogliere i visitatori ci sono i monazeni, le antiche case dei pescatori ormai disabitate, incastonate tra le rocce con gli intonachi colorati sbiaditi, e le barche adagiate sulla sabbia della piccola spiaggetta.
Una targa ricorda che Roberto Rossellini e Anna Magnani vissero in questo antico borgo la loro storia d’amore. Difficile non sognare lo stesso.
Guardando in alto si scorge proprio il ponte della statale, che forma un arco suggestivo verso il mare. Il torrente Schiato scende dall’altopiano di Agerola e attraversa la spaccatura del Fiordo riversandosi poi nel Tirreno.
Quel giorno il tempo non era stato dei migliori e l’acqua che bagnava la spiaggetta del Fiordo aveva un colore poco invitante. Ma pare che nelle giornate buone sia davvero cristallina e sicuramente una delle location più affascinanti dove trascorrere una giornata di mare in Costiera Amalfitana. La peculiare conformazione geologica assicura inoltre una temperatura più fresca rispetto ad altre spiagge. Se la vostra intenzione è quella di rosolarvi al sole tenete presente che qui lo potete trovare solo nelle prime ore del pomeriggio!



UNA CHICCA GASTRONOMICA! Siccome quel giorno ci ha colti un temporale estivo, abbiamo cercato di ingannare l’attesa con una tappa culturale e gastronomica che mi sento di consigliare. Agerola, un paesino lì nei dintorni, è famoso per il formaggio fiordilatte. Fate una tappa al caseificio! Quello che abbiamo trovato noi si chiama Belfiore. Ad accoglierci c’erano tre signore che parlavano degli affari loro in dialetto. Pare non sapessero che Agerola fosse famosa per il fiordilatte. Scrollando le spalle ci hanno risposto più o meno così:
Nun o sapevamo. Effetivamente ce magnamm tutte e juorne
(Non lo sapevamo, effettivamente lo mangiamo tutti i giorni)
E fu così che ci siamo mangiati mezzo kg di fiordilatte fresco, così, a mani nude come se fosse un panino, bagnati di pioggia e avvolti nei teli mare. Rifornimento di energia e salute prima della camminata. La vera merenda dei campioni!
Rimanete sintonizzati per scoprire le altre perle nascoste della Costiera Amalfitana!
[N.B. Le foto dell’articolo sono state scattate da M. Cucciniello]
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